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Capri

Dopo una lauta colazione in hotel, lasciamo Marina Piccola di Sorrento su una motonave che fa rotta verso Capri. 45 minuti e l’isola più glamour del mediterraneo si mostra a noi in tutta la sua bellezza.

Marina grande brulica di turisti. È una folla colorata, ancora dal sapore estivo. Scendiamo e senza esitare ci dirigiamo verso l’ingresso della funicolare, il mezzo più pratico e veloce per salire al centro. Scartiamo velocemente l’opzione “percorso a piedi”, suggestivo ma impegnativo come prima mossa. Acquistiamo i biglietti (2€ cad.) e via per la cima. Percorso molto breve (qualche minuto) e, appena fuori, davanti a noi si apre la leggendaria “piazzetta”, già densamente popolata. Uno sguardo veloce e ci avviamo, supportati dallo smartphone, verso Casa Morgano, il nostro hotel. Giù per via Vittorio Emanuele incontriamo uno dei posti mitici di Capri, l’hotel Quisisana, frequentato, soprattutto negli anni ’50 e ’60 dal Jetset internazionale. Sulla via ci sono tutti, ma proprio tutti, i brand di maggior prestigio italiani ed internazionali. Le vie sono curate e molto pulite, ma la folla è tanta. In hotel ci spiegano che si tratta di turismo del giorno, mordi e fuggi, anche se solo mordere è già molto costoso. Capri effettivamente è molto cara, non è per tutti.

Un riposino veloce in stanza e via in giro per le viuzze del paese. C’è verde dappertutto e anche ben curato. Sono fastidiosi, tuttavia, seppur necessari (ci rendiamo conto) oltrechè ecologici, i van elettrici per il trasporto di merci ed attrezzature: ne passano in continuazione. Uno sguardo ai faraglioni, alcune foto e via pranzo. Decidiamo di farlo in hotel e scopriamo dopo di aver fatto bene. Ottimi primi della tradizione locale. Alla reception, fra le cose da vedere e da fare, ci suggeriscono di salire sul Monte Solaro, ad Anacapri, in seggiovia per ammirare il panorama di tutta Capri dall’alto. Stimolati dall’esperienza aerea, prendiamo un bus per Anacapri (l’alternativa era il taxi) che in un baleno (letteralmente, vista la folle velocità con la quale saliva per i costoni a strapiombo, roba da infarto per chi soffre di vertigini) ci porta ad Anacapri. Saltati sulla seggiovia, godiamo di un panorama unico, da Sorrento a Napoli, compiacendoci della scelta fatta. In cima al monte Solaro c’è un punto di ristori ed una vista mozzafiato su tutta l’isola. Ritornati in hotel, un tuffo in piscina con Spritz (sembrava brutto stare in piscina senza Spritz), una doccia veloce e sulla via per il ristorante.

La scelta del ristorante l’abbiamo affidata al receptionist che ci aveva ben consigliato sull’escursione ad Anacapri, nella considerazione che l’albergo rispecchiava le nostre aspettative, a pranzo avevamo mangiato davvero bene, per cui ci siamo fidati ai suoi suggerimenti. Generalmente facciamo per questo tipo di scelta delle valutazioni autonome confrontando recensioni a largo spettro, da parecchie fonti, ma stavolta abbiamo voluto fidarci dell’intuito. Il ristorante era “il geranio”, esposto al mare su un parterre esterno. Cena buona, prezzi capresi. Ritorno in hotel in una Capri semideserta, in controcampo all’affollamento diurno.

Il mattino seguente, dopo la colazione e le formalità in hotel, giriamo un po’ per vie non percorse il giorno prima, con acquisto degli immancabili magneti. Timbriamo il cartellino in uno dei bar della piazzetta, proprio per non farci mancare nulla (2 estratti di frutta 28 euro), e giù per la funicolare. Arrivati a Marina Grande, panchina, paninazzo, e via.

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