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EGITTO – CROCIERA SUL NILO

Adoro  i viaggi fai da te, on the Road. Mi piace costruire l’itinerario tappa dopo tappa, crogiolarmi nel piacere dell’attesa e immaginarmi quello che sarà per poi assaporarne lentamente il gusto, lasciarmi sorprendere dall’imperfezione della realtà.

Per la prima volta ho deciso di partire con un tour organizzato, la meta che ho scelto è stata l’Egitto da visitare in 7 gg, ho pensato che in Egitto è abbastanza difficile se non impossibile il turismo “fai da te”, o improvvisato. C’è sempre bisogno della mediazione di un’agenzia turistica egiziana anche per il semplice acquisto di un biglietto ferroviario. Non è infatti possibile per uno straniero presentarsi a una biglietteria e ottenere un biglietto di viaggio anche se Il sistema politico vigente rende la vita pubblica abbastanza sicura e la società civile si è ben adattata.

Ma se davvero vuoi conoscere alcune zone del paese nella miglior forma e in tutta sicurezza, non resta che un viaggio su misura e in servizio privato…le tempistiche sono diverse e il viaggio viene formulato sulla base precise delle proprie esigenze…ovviamente la conoscenza dell’operatore”locale” potrà sempre consigliarti al meglio

 Le tempistiche sono quasi sempre rispettate e non c’è necessità di cercare mezzi di trasporto e corrispondenze che farebbero perdere molto tempo prezioso, soprattutto quando i giorni a disposizione sono contati.
– Sono molte le informazioni che vengono date, soprattutto nel caso in cui si incontrino guide che fanno questo mestiere per pura passione. Io ho avuto la fortuna di incontrarne una che ci ha trasmesso tutta la voglia di approfondire gli argomenti trattati.
– In caso di bisogno e assistenza si può sempre contare su qualcuno come punto di riferimento, soprattutto chi ha più esperienza in fatto di usanze locali.
– Quando meno te lo aspetti, in mezzo ai casi umani che il destino riserva, si incontrano persone che pare siano amici da sempre. Parlo di quei casi in cui le vicende quotidiane uniscono, costretti come si è a stare fianco a fianco di altri. È qui che nascono dei rapporti di pura sintonia fatti di racconti, esperienze, storie di vita diverse. E il viaggio prende una forma più umana e ti dona quei ricordi che non svaniranno e cosi è stato.

Abbiamo pensato di andare a Marzo, infatti il periodo migliore va da inizio di novembre fino a marzo/aprile quando la temperatura è mite e spesso fa ancora caldo, specialmente a Luxor o Aswan nel sud dell’Egitto. Tenete presente che a novembre scatta l’alta stagione ed il turismo aumenta di molto.

Inizio con il racconto del viaggio

Sabato 11/3/2023

Partiamo da Palermo direzione Milano Malpensa in mattinata, alle 18 ci imbarchiamo per il Cairo con Neos, l’aereo è pienissimo soprattutto di egiziani che tornano nel loro paese per qualche giorno di vacanza, pienissimi di bagagli (la guida ci ha poi raccontato che i parenti che vivono nel territorio egiziano mandano dei soldi ai loro congiunti che vivono e lavorano in Italia per procurarsi ogni genere di Mercanzia proveniente dall’Europa, il numero di bagagli in carico ad ogni passeggero è davvero impressionante).

All’arrivo un accompagnatore ci attende per aiutarci ad espletare le formalità di rito, ha incollato il visto di entrata sul passaporto (è praticamente un francobollo molto grande), attendiamo i bagagli degli altri partecipanti del tour, noi abbiamo deciso di viaggiare solo con il bagaglio a mano, limitandoci all’indispensabile.

Fuori ci attende il ns. pulmino per accompagnarci al ns. Hotel, fuori dall’aeroporto il delirio, mai visto un caos e un traffico simile, vista anche l’ora tarda era quasi l’una di notte

Finalmente arriviamo a destinazione ceck inn e finalmente  a nanna, l’hotel Hilton è molto bello, la camera molto comoda e pulita.

Da notare che il frigo bar è vuoto

Domenica 12/3/2923

Alle 11 abbiamo l’appuntamento con la ns. Guida e gli altri componenti del gruppo,  l’iniziale diffidenza ai viaggi di gruppo svanisce non appena incontriamo gli altri partecipanti, in tutto siamo 13, il gruppo è piuttosto variegato ma la prima impressione è molto positiva, 3 amiche , 3 coppie e 2 signore che viaggiano da sole ; la ns. guida è un egiziano che parla molto bene l’italiano.

 Preliminarmente, la guida ci chiarisce, per chi ne avesse bisogno, che quando si parla di “egizi”, si parla del periodo faraonico, cioè a.C., quando si parla di “egiziani” si parla del periodo dal primo millennio d.C.

 La prima tappa è la Cittadella di Saladino,  con la Moschea verde, dalla cupola, costruita dal Sultano Muhammad AlNasir intorno alla fine del 1200 d.C., la Moschea fu realizzata recuperando materiali e colonne sottratti a costruzioni egizie e Chiese copto-egiziane, Poi visitiamo velocemente l’adiacente Moschea di alabastro, dalle cupole argentate, fatta costruire da Muhammad Ali Pasha. Poi visita al suq, o mercato, del Cairo. Variopinto come tutti i mercati. Molta merce è  di produzione cinese,

Poi a pranzo alle 14,30 nel giardino realizzato dall’Aga Kan, al posto di un immondezzaio colossale. Regalato poi alla città del Cairo, Mangiato cibo tipico egiziano Pane arabo, varie salse, riso e carne.

Dalla strada e dal pulmino vediamo l’adiacente Città dei morti. Antico ed enorme cimitero della condivisione. Cioè i morti condividono con i vivi le cappelle, trasformate e modificate in abitazioni abusive per circa 200mila abitanti. Gli eredi dei defunti sembra che riscuotano un modesto affitto per l’occupazione.   la lingua copta trascrive in greco i geroglifici egizi e li pronuncia come l’antico egizio. La conoscenza del copto avrebbe facilitato il lavoro di Champollion nella comprensione della lingua dei faraoni studiando anche la Stele di Rosetta. Questo famoso egittologo poté non solo decifrare la lingua egizia, ma anche ritenere di poterla pronunciare.

In albergo arriviamo presto, intorno alle 16. Decidiamo di andare in piscina, l’acqua è un po fredda ma un bagno veloce lo tentiamo. Cena in Hotel e  A letto subito per la sveglia domani alle 4,00 per la partenza alle 7,00 in aereo per Luxor.

Cittadella di Saladino

Lunedì 13/3/2023

Prima colazione alle 5,00.. Arriviamo a Luxor con  mezzora di ritardo.. Sul solito pulmino veniamo portati alla navetta dedicata alla crociera: l’Alexander the Great, Ci imbarchiamo. Sistemazione in cabina. Piacevole, con due grandi finestre sul Nilo.  il fiume Nilo dagli egizi era diviso in due aree spirituali. La riva di levante, a est, era la terra della vita perché rivolta al sorgere del sole, raffigurato dal disco solare rappresentato dal dio Amon-Ra. Su questo lato erano collocate le residenze dei faraoni. La riva occidentale, a ovest, rivolta al tramonto del sole, era la terra dedicata ai monumenti 4 funerari. Il corso del sole governava le credenze del popolo. In ogni caso, ambedue le rive erano coltivate intensamente dai vivi.  Pranzo ottimo.  In autobus al tempio di Karnak. Poi a Luxor, accanto alla vecchia Tebe.

Alla fine un giro in carrozzella (20 euro a persona) per vedere la vera vita di Luxor. In strade strette , Il traffico è caotico . La vista della cittadina è molto istruttiva. Non si vive bene qui. Per quanto variopinto  il contesto urbano è molto caotico. Nel nostro giro in  carrozzella “intercity” notiamo che la maggior parte delle case sembrano in eterna costruzione. Presentano pilastri di attesa sui terrazzi per un nuovo piano. La guida ci racconta che trattasi di Edilizia di necessità per le future famiglie dei figli.  Sull’abbigliamento in strada delle donne egiziane sono quasi tutte vestite con le giallabà o tuniche nere fino alle caviglie. Molto variato l’abbigliamento delle ragazze. Ma tutte con i capelli coperti da scialli, neri o grigi per lo più o a volte colorati. Quando le donne partecipano a ricevimenti i loro vestiti sono un trionfo di originalità nei colori e nelle fogge. Gli uomini vestono di norma con la comoda dishdasha, una tunica grigia fino ai piedi, soprattutto i commercianti. Forse perché questo colore tiene meglio lo sporco o la polvere. Raramente ho visto in strada tuniche bianche. Le indossano prevalentemente i sauditi

Luxor Tempio di Karnak

Martedì 14/3/2023

Partenza alle 7 dalla navetta. In autobus verso il tempio di Habu e per la Valle dei Re. Si chima dei Re e non dei Faraoni perché questa fu la sua prima denominazione moderna. Così è rimasta. Comunque ci sono o c’erano sepolti faraoni e loro figli e mogli e forse ignoti ma certamente importanti dignitari, beneficiari del permesso reale, o meglio faraonico, alla  sepoltura in loco. La valle è sormontata da una montagna a forma di piramide naturale. Per questo sarebbe stata scelta come sede di sepolture. Inoltre è ben custodita dalle montagne fiancheggianti e con un unico accesso. Pertanto la vigilanza contro i tombaroli di tutte le epoche era agevole, finché esisté la casta sacerdotale che vigilava la valle. Anche se i maligni ipotizzano che proprio i sacerdoti fossero stati i primi tombaroli. La guida ci spiega che nel vicino villaggio vivevano operai e artigiani e artisti addetti alla costruzione e decorazione dei monumenti funerari. Tutti salariati, pagati poco ma pagati con pane, vino e birra. Non schiavi perché esseri considerati impuri che avrebbero contaminato le opere. Visitiamo quattro tombe: di Ramsete I (1345-1289 a.C.); di Merenptah (1273-1203 a.C.), 13° figlio di Ramsete II; di Ramsete III (1218-1155 a.C.); e di Ramsete IX (?-1107 a.C.).. Poi nell’area Deir el-Bahari andiamo a visitare il tempio di Hatshepsut, del Faraone donna (1513-1458 a.C.). Tempio progettato e arricchito dall’architetto Senenmut, primo consigliere e braccio destro di Hatshepsut.

Poi, sul ritorno, visitiamo due gemelli: i Colossi di Memnone. Statue commemorative del faraone Amenhotep o Amenofi III (1391- 1353 a.C.).Si ergono solitari nel nulla. Alle loro spalle esisteva il tempio funerario del faraone. Sono un inno al monadismo gemellare..

Alle 13,30 siamo in navetta. Pranzo buono. Sciogliamo gli ormeggi verso la chiusa. A lentezza di un lumacone con soli 450 CV nei motori siamo superati da ben 18 barche simili alla nostra. E così sarà sempre. Comunque una crociera per mare o per fiume non va condizionata dal tempo di arrivo. Siamo giustamente trasformati in viaggiatori; non più turisti.. Cena buona. Fermi al molo in attesa di superare al mattino la chiusa con due barche alla volta.

Mercoledì 15/3/2023

Sveglia alle 4,30 per vedere dalle finestre della cabina il passaggio della chiusa. Lento sollevamento. Colazione alle 7 e poi percorso sul Nilo. Poche le abitazioni. Nel Nilo a valle della diga di Assuan non ci sono coccodrilli, mentre abbondano a monte della diga. La pesca è in crisi perché il Nilo a valle di Assuan, cioè a nord, è poco pescoso perché molto inquinato, sopratutto avvicinandosi al Cairo. La stessa penuria di pesce c’è anche a sud di Assuan, verso il Sudan, perché i coccodrilli mangiano gran parte dei pesci. Inoltre, esiste una legge egiziana che impedisce la caccia e l’uccisione dei coccodrilli, come di altri animali selvatici. Molto sole preso sulla navetta in attesa di giungere (lentamente) a Edfu. Passiamo sotto un ponte che sfiora la balaustra superiore della navetta, tant’è che è stato necessario abbassare ombrelloni e antenna e interdire l’accesso dei passeggeri al ponte superiore.

 Usciamo dalla nave per un trasferimento in carrozzella al tempio di Horus. Assistiamo a un vivace conflitto d’interessi tra la nostra guida, fisicamente prevalente, e i 9 cocchieri delle carrozzelle che lo attorniavano e ci dovevano accompagnare in loco. Per i cocchieri i compensi, pur già concordati, erano insufficienti. In ogni caso, questo diverbio era svolto con voci tonanti, che qui si usano molto spesso e a cui noi europei siamo poco abituati.  Ci sistemiamo nelle carrozzelle e arriviamo a destinazione.

 Il tempio di Horus fu edificato di “recente”, intorno al 280 a.C. dai Tolomei, faraoni ellenici portati dalle conquiste di Alessandro il Gande, il macedone. Tempio fino a poco fa abitato da famiglie locali. Sul soffitto restano le tracce del nerofumo dei fuochi accesi per cucinare o riscaldarsi. Lo stile architettonico è in tutto e per tutto egizio. Nessuna interferenza greca. Testimonianza dell’integrazione dei nuovi governanti ellenici. “Pilastri” d’ingresso, cortile scoperto con colonnati laterali coperti, poi due sacelli interni coperti con ben sette stanze. I bassorilievi delle figure sono stati danneggiati dalla furia “iconoclasta” dei cristiani contrari al precedente mondo politeista.

Alle 13,00 in navetta dopo una scarrozzata di ritorno. Pranzo all’aperto e all’ombra. Molto piacevole.

Arrivo a Kom Ombo alle ore 20,00 con visita notturna all’omonimo tempio, dedicato al dio coccodrillo Sobek, il “cattivo”, e al dio Haroeris o Horus, il “buono”. Il tempio ha due ingressi proprio per sottolineare la separazione dei ruoli. la prima e unica pietra di fondazione del tempio duplice è collocata sotto la statua votiva del dio Sobek che come “cattivo” era importante ingraziarselo. Il tempio è di epoca tolemaico-romana, quindi anch’esso recente secondo i tempi faraonici. Fu costruito su un tempio precedente di cui non ci sono tracce emerse. Le pietre di prima fondazione dei templi portano tutte su un lato l’occhio di Horus e su quello contrapposto la chiave della vita. Mai vi compare il nome del faraone in carica.. Cena e poi serata egiziana, per chi voleva poteva indossare costumi locali.

Tempio di Horus
Kom Ombo

Giovedì 16/3/2023

Sveglia alle 7. La navetta ferma al capolinea di Assuan. Colazione ricca e poi giro in feluca, Trasbordiamo su una barca a motore dedicata per visitare il villaggio nubiano.  Questa barca ha due ponti, o meglio ha due piani. Il giro inizia subito bene. Superiamo rocce di granito e isolotti di canne. Non vediamo piante di papiri. La conformazione e rotondità delle rocce di granito ricordano quelle domestiche della Sardegna. Giungiamo a un’ansa del fiume con una spiaggia fine e gialla per la erosione dell’arenaria locale. Scendiamo scalzi. L’acqua del fiume è fredda ma gradevole e limpida. Invita al bagno. Alcuni ragazzi lo stanno facendo e si tuffano e giocano nell’acqua. Forte mia tentazione. Non ho il costume. Rimontiamo in barca e sul piano superiore mi godo dall’alto il resto del viaggio.

Arriviamo al mitico villaggio nubiano La guida ci spiega che questa comunità viveva nell’area ora occupata dal lago Nasser. È stata d’autorità trasferita in questo luogo e dotata di scuola, moschea e case. Tutte colorate. L’effetto è gradevole e allegro. Infantile nel complesso. I Nubiani adorano il colore. Apprendiamo anche che la lingua nubiana è solo parlata. Non hanno una memoria scritta.. Tra i nubiani vige il matriarcato. Siamo ospiti in una casa che la guida ci dice appartenga alla capa del villaggio, praticamente la sindaca. Quest’anziana ospitale signora ci accoglie in casa sua e poi ci offre due grandi pizze di pastasfoglia che si accompagna a tre condimenti, da bere the e Karkade . Ottimo tutto. Dalla terrazza coperta e ventilata dove siamo c’è un bella vista del villaggio. La figlia della capintesta si offre di farci dei disegni all’henné sulla pelle. Io opto per l’occhio di Horus sul braccio sinistro. Sopracciglio; occhio; ricciolo della corona rossa del regno del Basso Egitto dopo la vittoria di Horus su Seth; il simbolo del Nilo; e le lacrime di Horus. Il disegno riesce bene e ancora sta lì.

Poi visita al Tempio di Iside sull’isola di Philæ. In realtà questa non è l’originaria Philæ, sommersa dopo la realizzazione della vecchia diga di Assuan. Per salvare il tempio in questione la vicina isola di Agilkia, posta al di sopra del livello dell’acqua, fu rimodellata come la vecchia Philæ. Agilkia perse il suo nome e fu ridenominata Philæ. Caducità delle cose non solo umane. Su questa isola riplasmata venne trasferito e salvato il tempio di Iside. Anche questo tempio appartiene al periodo tolemaico e greco-romano.

A sera, fermata a un negozio di essenze prodotte dall’Egitto. Un’ora per sentire col naso le diverse varietà e con l’orecchio l’uso che ne fanno i grandi profumieri internazionali .Ho comprato diverse essenze, fiori di loto, cumino, lattuga, ambra e lavanda egiziana. P

oi giro nell’ultimo suq. Rispetto agli acquirenti locali, con i turisti è eccessivo tutto. La loro vivace insistenza per attirarne l’attenzione, l’ostacolarne la marcia, lo sventolare la mercanzia sotto il loro naso, il proporre fittiziamente acquisti per un solo euro per attirarli nella “tana”, sono attività che allontanano dall’esame rilassato della merce. Se trattati con più leggerezza forse i turisti si soffermerebbero, entrerebbero nei cubicoli o nei negozi, forse acquisterebbero qualcosa. Invece, almeno noi tendiamo a sottrarci a questa feroce insistenza e a volte agli inseguimenti. Peraltro, questa insistenza circuitoria si svolge anche a voce altisonante. Cena in navetta e spettacolo di danza del ventre

Assuan giro in Feluca
Villagio Nubiano

Venerdì 17/3/2023

Sveglia alle 5,30, doccia, preparazione della valigia, colazione.  Abbandoniamo la nostra cabina. Nel complesso il viaggio in navetta è stato piacevole. La cucina navale era a volte molto buona, di norma buona. La cucina dei ristoranti egiziani da noi frequentati molto uniforme.

 Alle 7 pulmino per Abu Simbel. Tre ore di viaggio tra due pietraie divise da un nastro d’asfalto praticamente rettilineo. Affianco, a sinistra, corre un abbozzo di un futuro raddoppio di strada. Percorso altamente noioso.. Ma anche questo spettacolo è l’Egitto. Lungo la strada vediamo canali dal lago Nasser che consentono l’irrigazione di enormi aiuole rotonde coltivate a grano. Queste “aiuole” rotonde sono irrigate con un lungo braccio a perno laterale. Rappresentano il successo della politica agricola egiziana di rendere fertile il deserto. Infatti con l’acqua vengono convogliate anche le sostanze fertilizzanti contenute nel limo del Nilo. Questo concorrerà a migliorare il clima dell’area, rendendola meno secca. Per alcuni questo è un aspetto negativo della presenza dell’enorme superficie del lago, perché le popolazioni locali non sono abituate a questo nuovo clima più umido.  I tralicci dell’elettricità ad alto voltaggio ci seguono a destra assieme ai ripetitori telefonici. precari. Curiose le conformazioni naturali di rocce piramidali evidentemente corrose dal vento. La strada è del tutto libera dalla sabbia grazie anche all’intenso traffico veicolare.

 Arriviamo e visitiamo sia il tempio di Abu Simbel di Ramsete II grande a sinistra, sia quello più piccolo ma sempre colossale a destra di Nefertari, “La Più Bella Tra Le Belle”, sua amata sposa. Questi due templi sono stati smontati e posti in alto per evitarne la sommersione. Le statue di Ramsete II si impongono per la forza fisica che sprigionano. Il tempio e le statue sono rivolti a sud per rappresentare un monito e una minaccia per i popoli del sud: nubiani e etiopi e somali. Le gambe sono sproporzionate rispetto ai corpi, soprattutto se paragonate alle figure filiformi delle pitture parietali. Evidentemente le statue, soprattutto quelle all’aperto, dovevano assolvere una funzione politica sul pubblico. Devono mostrare la forza e la potenza del potere faraonico. Durante la vita di Ramsete II, una delle quattro statue della facciata crollò in parte. L’architetto fu condannato a morte dal faraone perché prima di far procedere alla realizzazione del tempio non aveva ben studiato la conformazione della roccia. Da allora nessuna ricostruzione fu fatta, quasi che il crollo fosse dovuto alla volontà di un dio.  Al ritorno vediamo la diga a gravità realizzata dai sovietici. Misura circa 900 ml. di larghezza alla base e circa 400 ml. alla sommità e circa 3 km di lunghezza con la relativa strada. Nessuna estetica. Poi dopo una corsa in pulmino ritiriamo i bagagli dalla navetta e su un barchino alle 19,00 andiamo a cena in un ristorante sull’isola Elefantina. Cena a base delle solite pietanze. Poi di 16 nuovo in barchino per il pulmino e da qui a rotta di collo per l’aeroporto di Assuan, dove il nostro volo è in ritardo di 1 ora e ½. Ci imbarchiamo quasi per caso, per carenza di annunci in inglese, con tutte le nostre valige alle 23,25. Distrutti arriviamo al solito albergo Hilton intorno alle 2 del mattino. Alle 3 finalmente a letto.

Isola elefantina

Sabato 18/3/2023

Sveglia alle 8. Visita al museo archeologico egizio. Com’è noto, ha alcune attrazioni imperdibili. Tra queste i reperti della tomba di Tutankhamon e la sala di Amenofi IV o Akhenaton, il faraone eretico o apostata. In quest’ultima sala c’è la statua di Akhenaton che alcuni ritengono realistica con gambe gonfie. Altri ritengono indicative di forza fisica. C’è anche un grande sarcofago di vetro perfettamente trasparente e liscio, decorato con foglie d’oro, Quasi intatto. Il che suscita perplessità perché la tecnologia per realizzare un così grande elemento di vetro in un unico pezzo è solo dei tempi moderni.

Il museo è pieno di statue e mummie di varie epoche e stili. I mummificati non avrebbero immaginato di essere posti in questa collocazione. Esposti alla curiosità del pubblico tra foto e selfie. Sbendati, nudi e privati di pudore e dei monili e oggetti a cui erano affezionati in vita. Per loro la morte era una cosa seria. Per chi poteva permettersi l’imbalsamazione rappresentava il sicuro passaggio dell’anima al mondo vero e spirituale.

 Decidiamo di posticipare il pranzo e di visitare l’area archeologica di Gisa in cui è sito anche il nuovo museo, peraltro non ancora in funzione.  Vento e polvere e plastiche a vortici ci accolgono con sole a picco. La zona archeologica è circondata dai palazzi della città. Un tempo il Nilo con le sue inondazioni lambiva l’area e il moletto del monumento di granito grigio destinato all’imbalsamazione del faraone. Qui, con la rituale barca solare, veniva trasportato il cadavere del faraone. Ora il fiume è a tre chilometri di distanza. Questo monumento per l’accoglienza del cadavere eccellente, con il suo colore grigio, dà un’impressione funebre

 L’impressione del complesso edilizio sul pubblico dell’epoca doveva essere molto impattante. Dominavano le lisce pareti della piramide di Cheope (?-2566 a.C.), coperte da pietra calcarea chiara lucidata a specchio. La cuspide della piramide, il c.d. Pyramidion, era placcato d’oro lucido. Curioso, il faraone degli opposti: da un lato la sua piramide, la più grande; dall’altro la sua statua, la più piccola. La piramide adiacente di Micerino (?- 2512 a.C.) era coperta alla base da granito rosa e sopra da pietra calcarea limitatamente tirati a lucido. Facevano da corona i due monumenti suindicati, grigio e chiaro, per il trattamento della salma del faraone e per la sua deificazione. Il sito perde la sua sacralità, affollato com’è da centinaia di pullman, con il motore permanentemente acceso, e auto e turisti e cammelli e dromedari e cavalli e egiziani assetati di dollari, euro e monete varie, anche metalliche. L’ideale sarebbe venire qui alle 2 di notte con la luna piena e con le combriccole dei cammellieri seduti intorno ai fuochi come gli operai di 4000 anni fa. Dai biglietti ricevuti calcolo il costo complessivo dei monumenti visitati da ciascuno di noi: 2.380 sterline egiziane, pari a 71,40 euro (1 sterlina egiziana calcolata pari a 0,030 euro). Torniamo in albergo, cena, partenze scaglionate con saluti e auguri di rincontrarci e promessa di inviare a tutti questo resoconto del nostro viaggio.

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